Già nella seconda metà di Settembre, la raccolta dell'uva aveva il suo inizio e spesso si protraeva fino ad Ottobre inoltrato e talvolta veniva anticipata o posticipata secondo la disponibilità del frutto maturo. Nei tempi passati, la quotidianità locale, fondata sulla ruralità di un mondo fortemente ancorato ai valori della famiglia ed alle sue tradizioni, viveva questi momenti come una vera e propria festa. La famiglia si radunava e dava inizio a questo antichissimo rito. I filari dei vigneti, ormai colmi di frutti giunti a maturazione, nell'arco dell'intero anno avevano l'attenzione del contadino, ripagando il duro lavoro con la gratificazione di un prospero raccolto. Raccolti i grappoli, essi venivano convogliati nelle apposite cantine: ogni famiglia, possedeva tutto il necessario per compiere il processo di lavorazione. Da qui ci si avviava verso “la pisatura” che avveniva a piedi nudi e restituiva il primo mosto. Successivamente, veniva adoperato “il torchio” e si otteneva altro mosto; e il classico odore invadeva le campagne e le vie dell'abitato. Il lavoro diventava una festa e la vendemmia era un momento di compartecipazione, spesso condiviso con l'intera famiglia, ma anche parenti ed amici. Questo avvenimento annuale era il primo segnale dell'arrivo dell'autunno e l'animo si rassegnava al sopraggiungere della stagione fredda che di li a poco avrebbe portato al riposo dei campi, concedendo ai contadini i “frutti ottenuti”, compenso dell'instancabile lavoro che si era susseguito durante l'anno.